lunedì 5 dicembre 2016

13th Vermont Infantry - Gettysburg 1863



Il 13° Reggimento Vermont Volunteer Infantry era un reggimento di fanteria nell'esercito dell'Unione reclutato durante l’estate del 1862 che prese parte alla guerra civile americana. Servì nel teatro orientale, prevalentemente nella difesa di Washington, da ottobre 1862 ad agosto 1863. Faceva parte della 2a Brigata Vermont.
Era composto da volontari delle province Washington, Chittenden, Lamoille e Franklin.
Il nostro fante faceva parte della Compagnia I, di Montpelier, con al comando il capitano John M. Thacher.
Il 25 giugno 1863, la brigata fu assegnato alla 3a Brigata, 3 ° Divisione, del 1°Corpo d'armata, e gli fu ordinato di formare la retroguardia dell'esercito del Potomac.
La mattina del 1° luglio, arrivò sul campo di battaglia di Gettysburg e iniziò a prendere parte alle operazioni.
Nel pomeriggio del 2 luglio, il 13° catturò due cannoni ribelli. Il capitano John Lonergan, della compagnia A, prese 81 prigionieri di un reggimento dell'Alabama, e ciò gli valse la Medaglia d'Onore. Inoltre, nel pomeriggio del 3 luglio Il 13° insieme con il  14° e 16° Vermont giocarono un ruolo fondamentale nel respingere la carica di Picket..
Le perdite del 13° a Gettysburg furono di 11 morti, 81 feriti e 23 dispersi.
Il suo periodo di servizio terminò poco dopo la battaglia e fu dismesso il 21 luglio 1863 e un gran numero degli effettivi si riarruolò in seguito con altri reggimenti.

Dipinto del 13° Reggimento Vermont a Gettysburg dell'artista Michael Middleton


  Monumento del 13° Vermont a Gettysburg


Pin celebrativo per i partecipanti alla famosa battaglia

 Un membro della Compagnia I


L’equipaggiamento in dotazione al fante nordista riconoscibile anche qui nel soggetto realizzato, era composto da berretto e redingote blu scuro, pantaloni azzurri e scarpe nere conosciute come brogans.
Il soldato portava a tracolla sulla spalla sinistra una giberna contenente 60 colpi, e al cinturone una baionetta nel fodero e una giberna porta capsule. Appesa alla spalla destra, portava una sacca impermeabile per il cibo, e sopra alla sacca una borraccia di latta ricoperta in lana. Era armato di moschetto a percussione con canna rigata.

Il berretto era in lana blu scura e aveva un cerchio di cartone che formava la superficie superiore del cappello; la parte posteriore era più alta, facendo si che la calotta si piegasse in avanti nello stile dei chepì francesi. La visiera era in pelle nera lucida.
Due bottoncini in ottone fermavano il sottogola in pelle nera lucida, dotato inoltre di una fibbia decorativa in ottone; il sottogola poteva essere stretto sia sopra la visiera che sotto il mento. In alto sopra la calotta c’era un distintivo in ottone a forma di corno simbolo della fanteria.



 
La giacca dei soldati di fanteria era una redingote come quella indossata dagli ufficiali ma con una filettatura intorno al bavero e sui polsi nel colore del ramo si servizio.
Sulla parte frontale aveva una fila di nove bottoni, e due bottoncini su ogni polsino.
I pantaloni erano azzurri secondo il regolamento del 16 Dicembre 1861. L’azzurro che veniva utilizzato per tingere i capi spesso tendeva a sbiadirsi dopo alcuni lavaggi e ad acquisire una tonalità verdastra.
 




La calzatura regolamentare per la fanteria era uno stivaletto allacciato alto fino alla caviglia in pelle nera e le suole erano cucite o inchiodate.
C’è da dire che a fronte di testimonianze dirette di soldati, queste calzature erano molte volte di qualità pessima.

 
La borraccia era in latta, a forma di sfera schiacciata, con un beccuccio in peltro e tre anelli di latta nei quali si infilava una cinghia di colore bianco. Aveva un tappo in sughero con sopra un coperchio di latta, tenuto da uno spillo in ferro che traforava il sughero e terminava in alto con un anello, al quale c’era attaccata una catenella a sua volta collegata ad uno degli anelli di latta. La borraccia era ricoperta di lana grigia, marrone rossiccia, azzurra o blu scura. Su queste coperture molto spesso i soldati scrivevano i loro nomi e le unità a cui appartenevano.


 
Le placche erano in ottone stampato e le cinture in pelle nera così come la giberna porta capsule. La cartucciera per i fucili calibro 58 era in pelle nera pesante e all’interno si trovavano due contenitori in stagno contenenti le cartucce.



Oltre alle armi prodotte negli Stati Uniti ne furono importate dall’estero un certo numero. Tra queste il moschetto lungo a canna rigata Enfield P1853, di fabbricazione inglese, fu la seconda arma più diffusa nella fanteria dell’Unione.
La baionetta era con innesto in acciaio con lama a sezione triangolare lunga 18 pollici.
Il fodero era in pelle nera con punta in ottone.



Il soldatino che ho dipinto è un Kit del marchio australiano Shenandoah Miniatures di Paul Clarke, che nel suo catalogo presenta molte figure e accessori in 54mm esclusivi della Guerra Civile Americana.
Nonostante questo sia un kit che risale a metà degli anni ’90 ha sempre una certa attrattiva, e per quanto mi riguarda sono affascinato nello stesso modo da tutto il catalogo.
Così come la Metal Modeles nel napoleonico, anche la Shenandoah Miniatures per l’ACW, con i suoi articoli permette di realizzare una serie più ampia di figure attraverso l’intercambiabilità delle teste, braccia, ed equipaggiamenti che troviamo anche in kit a parte.
Per chi, soprattutto tra i più giovani non conoscesse ancora questo marchio ed è appassionato del periodo consiglio di fare un salto sul loro sito web, magari vi viene voglia di farne qualcuno.

Il kit in metallo si pulisce facilmente di qualche linea di fusione e necessita solo di qualche piccola stuccatura all’attaccatura delle spalle.
L’unica cosa ho aggiunto i due bottoncini ai polsini delle maniche della giacca, realizzati da un foglio di metallo con un pallettatore da orafo della giusta misura.
Per finire ho applicato due perni in acciaio. Uno piccolo nella mano dx che regge il moschetto e uno più lungo sotto il piede sx per fissare più saldamente alla base la figura a pittura ultimata.


Per la pittura, dopo aver steso un paio di mani di Bianco Humbrol a pennello, ho usato colori acrilici Vallejo e Andrea con la classica tecnica a velature cercando di tenere tutto il più opaco possibile e colori tipografici in pasta per i particolari in metallo. Per le parti in cuoio ho passato una leggera mano di vernice acrilica semilucida.
 







Per realizzare il terreno ho prima steso un po’ di stucco Milliput, in seguito testurizzato premendo sulla superficie ancora morbida dei sassi naturali e aggiungendo infine del terriccio dopo aver passato della colla vinilica leggermente diluita a pennello.
Per la vegetazione ho inserito piccole radici, cespugli di filo di canapa e alcune piantine secche di varia provenienza, fermando il tutto sempre con colla vinilica.
Le foglie secche sul terreno sono un mix  di FOREST LITTER di Hudson & Allen e foglie secche di origano e Thè.
Il tutto è stato dipinto con colori a smalto opachi Humbrol e a olio Mussini, che meglio si prestano in questo caso dei colori acrilici all’acqua.
La base ha una superficie lavorabile di 35x35mm ed è in legno di olivo con tinta marrone della Hydra Models serie Iapetus.

Alla fine devo dire che anche questo progetto mi ha divertito molto, sia durante la fase di di studio e ricostruzione del personaggio e del contesto storico, che durante la realizzazione e la pittura della miniatura.