Il 13° Reggimento Vermont Volunteer Infantry era un reggimento
di fanteria nell'esercito dell'Unione reclutato durante l’estate del 1862 che
prese parte alla guerra civile americana. Servì nel teatro orientale,
prevalentemente nella difesa di Washington, da ottobre 1862 ad agosto 1863.
Faceva parte della 2a Brigata Vermont.
Era composto da volontari delle province Washington, Chittenden,
Lamoille e Franklin.
Il nostro fante faceva parte della Compagnia I, di Montpelier,
con al comando il capitano John M. Thacher.
Il 25 giugno 1863, la brigata fu assegnato alla 3a Brigata, 3 °
Divisione, del 1°Corpo d'armata, e gli fu ordinato di formare la retroguardia
dell'esercito del Potomac.
La mattina del 1° luglio, arrivò sul campo di battaglia di
Gettysburg e iniziò a prendere parte alle operazioni.
Nel pomeriggio del 2 luglio, il 13° catturò due cannoni ribelli.
Il capitano John Lonergan, della compagnia A, prese 81 prigionieri di un reggimento
dell'Alabama, e ciò gli valse la Medaglia d'Onore. Inoltre, nel pomeriggio del
3 luglio Il 13° insieme con il 14°
e 16° Vermont giocarono un ruolo fondamentale nel respingere la carica di
Picket..
Le perdite del 13° a Gettysburg furono di 11 morti, 81 feriti e
23 dispersi.
Il suo periodo di servizio terminò poco dopo la battaglia e fu
dismesso il 21 luglio 1863 e un gran numero degli effettivi si riarruolò in
seguito con altri reggimenti.
Dipinto del 13° Reggimento Vermont a Gettysburg
dell'artista Michael Middleton
Monumento del 13° Vermont a Gettysburg
Pin celebrativo per i partecipanti alla famosa battaglia
Un membro della Compagnia I
L’equipaggiamento in dotazione al fante nordista riconoscibile
anche qui nel soggetto realizzato, era composto da berretto e redingote blu
scuro, pantaloni azzurri e scarpe nere conosciute come brogans.
Il soldato portava a tracolla sulla spalla sinistra una giberna
contenente 60 colpi, e al cinturone una baionetta nel fodero e una giberna
porta capsule. Appesa alla spalla destra, portava una sacca impermeabile per il
cibo, e sopra alla sacca una borraccia di latta ricoperta in lana. Era armato
di moschetto a percussione con canna rigata.
Il berretto era in lana blu scura e aveva un cerchio di cartone
che formava la superficie superiore del cappello; la parte posteriore era più
alta, facendo si che la calotta si piegasse in avanti nello stile dei chepì
francesi. La visiera era in pelle nera lucida.
Due bottoncini in ottone fermavano il sottogola in pelle nera
lucida, dotato inoltre di una fibbia decorativa in ottone; il sottogola poteva
essere stretto sia sopra la visiera che sotto il mento. In alto sopra la
calotta c’era un distintivo in ottone a forma di corno simbolo della fanteria.
La giacca dei soldati di fanteria era una redingote come quella
indossata dagli ufficiali ma con una filettatura intorno al bavero e sui polsi
nel colore del ramo si servizio.
Sulla parte frontale aveva una fila di nove bottoni, e due
bottoncini su ogni polsino.
I pantaloni erano azzurri secondo il regolamento del 16 Dicembre 1861.
L’azzurro che veniva utilizzato per tingere i capi spesso tendeva a sbiadirsi dopo
alcuni lavaggi e ad acquisire una tonalità verdastra.
La calzatura regolamentare per la fanteria era uno stivaletto
allacciato alto fino alla caviglia in pelle nera e le suole erano cucite o
inchiodate.
C’è da dire che a fronte di testimonianze dirette di soldati, queste
calzature erano molte volte di qualità pessima.
La borraccia era in latta, a forma di sfera schiacciata, con un
beccuccio in peltro e tre anelli di latta nei quali si infilava una cinghia di
colore bianco. Aveva un tappo in sughero con sopra un coperchio di latta,
tenuto da uno spillo in ferro che traforava il sughero e terminava in alto con
un anello, al quale c’era attaccata una catenella a sua volta collegata ad uno
degli anelli di latta. La borraccia era ricoperta di lana grigia, marrone
rossiccia, azzurra o blu scura. Su queste coperture molto spesso i soldati
scrivevano i loro nomi e le unità a cui appartenevano.
Le placche erano in ottone stampato e le cinture in pelle nera
così come la giberna porta capsule. La cartucciera per i fucili calibro 58 era
in pelle nera pesante e all’interno si trovavano due contenitori in stagno
contenenti le cartucce.
Oltre alle armi prodotte negli Stati Uniti ne furono importate
dall’estero un certo numero. Tra queste il moschetto lungo a canna rigata
Enfield P1853, di fabbricazione inglese, fu la seconda arma più diffusa nella
fanteria dell’Unione.
La baionetta era con innesto in acciaio con lama a sezione
triangolare lunga 18 pollici.
Il fodero era in pelle nera con punta in ottone.
Il soldatino che ho dipinto è un Kit del marchio australiano
Shenandoah Miniatures di Paul Clarke, che nel suo catalogo presenta molte
figure e accessori in 54mm esclusivi della Guerra Civile Americana.
Nonostante questo sia un kit che risale a metà degli anni ’90 ha
sempre una certa attrattiva, e per quanto mi riguarda sono affascinato nello
stesso modo da tutto il catalogo.
Così come la Metal Modeles nel napoleonico, anche la Shenandoah
Miniatures per l’ACW, con i suoi articoli permette di realizzare una serie più
ampia di figure attraverso l’intercambiabilità delle teste, braccia, ed
equipaggiamenti che troviamo anche in kit a parte.
Per chi, soprattutto tra i più giovani non conoscesse ancora
questo marchio ed è appassionato del periodo consiglio di fare un salto sul loro
sito web, magari vi viene voglia di farne qualcuno.
Il kit in metallo si pulisce facilmente di qualche linea di
fusione e necessita solo di qualche piccola stuccatura all’attaccatura delle
spalle.
L’unica cosa ho aggiunto i due bottoncini ai polsini delle
maniche della giacca, realizzati da un foglio di metallo con un pallettatore da
orafo della giusta misura.
Per finire ho applicato due perni in acciaio. Uno piccolo nella mano dx
che regge il moschetto e uno più lungo sotto il piede sx per fissare più
saldamente alla base la figura a pittura ultimata.
Per la pittura, dopo aver steso un paio di mani di Bianco Humbrol a pennello, ho usato colori acrilici Vallejo e Andrea con la classica tecnica a velature cercando di tenere tutto il più opaco possibile e colori tipografici in pasta per i particolari in metallo. Per le parti in cuoio ho passato una leggera mano di vernice acrilica semilucida.
Per realizzare il terreno ho prima steso un po’ di stucco
Milliput, in seguito testurizzato premendo sulla superficie ancora morbida dei
sassi naturali e aggiungendo infine del terriccio dopo aver passato della colla
vinilica leggermente diluita a pennello.
Per la vegetazione ho inserito piccole radici, cespugli di filo
di canapa e alcune piantine secche di varia provenienza, fermando il tutto
sempre con colla vinilica.
Le foglie secche sul terreno sono un mix di FOREST LITTER di Hudson & Allen e
foglie secche di origano e Thè.
Il tutto è stato dipinto con colori a smalto opachi Humbrol e a olio
Mussini, che meglio si prestano in questo caso dei colori acrilici all’acqua.La base ha una superficie lavorabile di 35x35mm ed è in legno di olivo con tinta marrone della Hydra Models serie Iapetus.
Alla fine devo dire che anche questo progetto mi ha divertito molto, sia durante la fase di di studio e ricostruzione del personaggio e del contesto storico, che durante la realizzazione e la pittura della miniatura.
Nice post and wonderful paint job!
RispondiEliminaThank you Phil.
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